Mi piacciono quei piedi tatuati baciati dal papa. E' normale, E' quello che i nostri occhi volevano vedere. Per questo la scelgo come mia immagine della Pasqua: la resurrezione che arriva prima della domenica.
Forse si può sperare ancora. Da giorni continuavo a domandarmi il senso di quel motto scelto dal papa: miserando atque eligendo. Eligendo va bene. E' una dichiarazione di coraggio. Tornare a scegliere significa essere di nuovo protagonisti del mondo.
Ma miserando? Commiserare? Avere compassione? Di nuovo la Chiesa al di sopra delle persone? Di nuovo la distanza? Credo di no. Il significato che i gesti del papa attribuiscono a questo verbo è, secondo me: stare vicini ai "miseri", a chi è in difficoltà, per destino, ma anche per errore. E allora miserando è anche comprensione. E' la chiesa che, come dice lui, va verso le perfierie, del mondo e dell'anima, dove c'è, nel bene e nel male, tanta verità dell'essere umano.
E' uno stile cominciato con i simboli: l'anello d'argento e non d'oro, la messa a santa Maria Maggiore prima della sartoria, l'auto normale... Poi i fatti quotidiani: la lavanda dei piedi con i detenuti, la vita a Santa Marta con i sacerdoti... Adesso dovranno seguire le scelte.
Non so se da questa chiesa potremo avere tutta l'apertura che secondo molti (e anche per me) servirebbe. La chiesa resta una grande macchina terrena. Però io credo nella forza delle idee: antiche, ma nuove per noi, che ne avevamo bisogno. Ed è proprio da questo bisogno che possono, veramente, cominciare a volare.
Nessun commento:
Posta un commento