Cosa lega Ancona alla memoria del celebre scienziato e matematico sircusano Archimede?
Una leggenda. Che parla di una delle sue più famose invenzioni: gli specchi ustori.
La leggenda, citata ache nel libro di Joice Lussu "Anarchici e siluri" e ripresa da wikipedia nella pagina dedicata al capoluogo marchigiano, si riferisce alperiodo della fondazione di Ancona da parte dei Greci di Siracusa, all'assedio e la conquista romana della città (212 a.C.).
Archimede aveva partecipato alla difesa della sua città inventando nuove armi e nuove fortificazioni per respingere i Romani, tra cui anche gli specchi ustori, che oncentravano e potenziavano i raggi del sole e poi li riflettevano verso le navi nemiche per incendiarle. Durante il saccheggio Archimede fu ucciso e i suoi discepoli, addolorati per la morte del loro grande maestro, pensarono di nascondere gli specchi ai nemici, inviandoli clandestinamente ad Ancona, città fondata proprio dai Siracusani, di lingua e cultura greca e in ottimi rapporti con la propria città madre.
Dato che i Romani minacciavano di conquistare anche Ancona, gli specchi sarebbero serviti ancora, e vennero nascosti in una grotta che il mare aveva scavato alla base delle rupi sulle quali sorge la città. La città di Ancona però non diventò romana con un atto di forza, ma lentamente e senza colpo ferire.
Secondo la leggenda gli specchi ustori sono ancora nascosti sotto la città, in una cavità delle rupi della quale nessuno ricorda più l'accesso. A volte, però, all'alba, per brevi istanti un raggio di sole riesce a penetrare all'interno della grotta e si riflette sugli antichissimi specchi. Se qualcuno, in quel momento, da una barca guarda verso le rupi, vede un bagliore, quasi un incendio, che poco dopo, quando il sole si solleva dall'orizzonte, svanisce.
Una leggenda. Che parla di una delle sue più famose invenzioni: gli specchi ustori.
La leggenda, citata ache nel libro di Joice Lussu "Anarchici e siluri" e ripresa da wikipedia nella pagina dedicata al capoluogo marchigiano, si riferisce alperiodo della fondazione di Ancona da parte dei Greci di Siracusa, all'assedio e la conquista romana della città (212 a.C.).
Archimede aveva partecipato alla difesa della sua città inventando nuove armi e nuove fortificazioni per respingere i Romani, tra cui anche gli specchi ustori, che oncentravano e potenziavano i raggi del sole e poi li riflettevano verso le navi nemiche per incendiarle. Durante il saccheggio Archimede fu ucciso e i suoi discepoli, addolorati per la morte del loro grande maestro, pensarono di nascondere gli specchi ai nemici, inviandoli clandestinamente ad Ancona, città fondata proprio dai Siracusani, di lingua e cultura greca e in ottimi rapporti con la propria città madre.
Dato che i Romani minacciavano di conquistare anche Ancona, gli specchi sarebbero serviti ancora, e vennero nascosti in una grotta che il mare aveva scavato alla base delle rupi sulle quali sorge la città. La città di Ancona però non diventò romana con un atto di forza, ma lentamente e senza colpo ferire.
Secondo la leggenda gli specchi ustori sono ancora nascosti sotto la città, in una cavità delle rupi della quale nessuno ricorda più l'accesso. A volte, però, all'alba, per brevi istanti un raggio di sole riesce a penetrare all'interno della grotta e si riflette sugli antichissimi specchi. Se qualcuno, in quel momento, da una barca guarda verso le rupi, vede un bagliore, quasi un incendio, che poco dopo, quando il sole si solleva dall'orizzonte, svanisce.
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