venerdì 12 marzo 2010

ROSSI E' L'ITALIA CHE VINCE

Difficile vedere Valentino Rossi in soggezione. Ci sono riusciti, almeno per un po', stucchi ed affreschi della seicentesca Villa Madama, dove il nove volte campione del mondo di motociclismo ha ricevuto il primo 'Winning Italia Award', riconoscimento istituito dal ministero degli Esteri, e consegnatogli dal ministro Franco Frattini per aver fatto risuonare 103 volte l'inno di Mameli grazie ad altrettante vittorie sui circuiti di tutto il mondo.
Accompagnato dal papà Graziano, dal fido amico d'infanzia Uccio e davanti ad un altro grandissimo delle due ruote come Giacomo Agostini, Rossi si è ben presto sciolto. Salutati i tanti campioni del passato (Marco Lucchinelli, Fausto Gresini, Franco Uncini), la prima battuta l'ha riservata a Raffaello Sanzio, dal cui progetto nacque Villa Madama: "Era di Urbino, un mio conterraneo. Direi che qui ha fatto davvero un bel lavoro. Se sono più famoso io? Può darsi, ma non credo".
Le 103 vittorie sono naturalmente motivo d'orgoglio, "ma spero che ne arrivino altre. Facciamo almeno una ventina" ha aggiunto rivolgendosi ad Agostini, che dall'alto dei suoi 15 titoli iridati è quasi irraggiungibile, ma di gp ne ha vinti 123 e quel record sì che Valentino può attaccarlo.
"Mi diverto sempre ad andare in moto - ha assicurato il re della MotoGp -. Se pensavo di diventare Valentino Rossi? No, sono andato oltre le mie più rosse aspettative". Ed oltre quelle di papà Graziano, anche lui grande pilota, "che però aveva paura delle due ruote perché aveva fatto un bel po' di capitomboli ed allora voleva dirottarmi sui go-kart".
Immancabile la domanda sulla Formula 1 ("naturalmente tifo per Alonso e Massa") e sul tormentone Ferrari sì-Ferrari no. A sentire Rossi le quattro ruote possono aspettare. Passare in F1?
"Non credo, penso che sarà molto difficile. Ho ancora qualche soddisfazione da togliermi in moto". Una perplessità espressa poco prima anche da Agostini: "Dovrebbe lasciare il noto per l'ignoto. E farlo in fretta, gli anni passano anche per lui".
Magari più realistico vedere un'accoppiata tutta italiana in MotoGp, con Rossi aggrappato al manubrio di una Ducati dal 2011? "Per il made in Italy sarebbe perfetto, ma per vincere devi pensare anche a quello che succede in pista - la risposta non troppo entusiastica - E poi quella con la Yamaha è una storia talmente bella che lo sentirei un po' come un tradimento".
L'11 aprile, in Qatar, Rossi sarà al via della sua quindicesima stagione mondiale. E anche gli atteggiamenti non sono più quelli di un tempo: "Le polemiche con gli altri piloti ormai mi stancano (a Max Biaggi saranno fischiate le orecchie, ndr). Ora devo pensare a risparmiare le forze per lottare in pista". Nel 2010 ancora Casey Stoner e Jorge Lorenzo, "la terza generazione di avversari con cui mi confronto". E li ha già battuti tutti, almeno 103 volte.

(da: ansa 12-03-2010)

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