domenica 7 marzo 2010

Può bastare un giorno?

Ho incontrato una donna con un velo in testa che andava a scuola per imparare l'italiano. "Così - mi ha detto - posso aiutare mio figlio a crescere in questo Paese che ancora non è mio".
Ho visto il volto imbrattato di sangue di una giovane donna morta ammazzata per le vie di Teheran.  I jeans, le scarpe da ginnastica, la maglietta nera, le urla di chi le tiene la testa mentre lei muore. Uccisa mentre manifestava insieme al padre, adesso è il simbolo della rivolta di un intero Paese. 
Ho visto donne semplici con l'età della pensione, continuare a lavorare per mantenere figli e nipoti senza casa e senza lavoro.
Incontro ogni giorno donne che lavorano con la passione di chi cerca una "ragione" in ogni azione e riesce a trovare, quasi sempre, la gioia di far nascere e di veder crescere qualcosa di nuovo, di bello, di prezioso.
Ho conosciuto una bambina che mi ha detto: "Mia madre ha quattro figli. Lo so che è stanca. Ma le mamme non lo dicono".
Ho visto donne piangere, ridere, soffrire, curarsi, trascurarsi e divertirsi insieme, andare avanti, cercare aiuto ed essere sostegno. 
Le ho viste, e le vedo, osservando anche me, vivere cento vite nella stessa giornata.
Può bastare un giorno per raccontare e celebrare tutto questo?



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