In questo periodo non sono né carne e né pesce. Dal punto di vista del lavoro, dico.
In seguito a un problema di famiglia e in attesa di prendere servizio in una nuova posizione lavorativa, la mia testa usufruisce di una quindicina di giorni per riflettere su quello che è stato e quello che sarà (sempre per il lavoro, voglio dire).
Nei miei sei anni all'Ufficio stampa del Comune di Ancona ho vissuto due crisi importanti: l'avviso di garanzia e le successive dimissioni di un sindaco (dopo un anno) e le gravissime difficoltà che hanno investito la nuova amministrazione comunale, la quale, a più di un anno e mezzo dalla sua elezione, stenta ancora, per così dire, a ingranare la marcia giusta.
Ma questo non è un tema da blog. Ci vorrebbe un libro per raccontare e, soprattutto, è sicuramente necessario far passare un po' di tempo per avere il giusto distacco ironico.
In questo post voglio parlare di uno solo dei tanti ricordi che riaffiorano in questi giorni e che calza a pennello con la festa della donna. Mi è stato detto recentemente che per risolvere i "problemi" dell'Ufficio stampa del Comune di Ancona, composto da quattro giornaliste donne, la soluzione è una sola: introdurre un uomo in organico (meglio, ovviamente, se in posizione superiore alla nostra).
Non so perché, ma mi è venuta subito in mente l'idea del pollaio con relativo gallo. Mi è venuta in mente prima ancora di pensare ai nostri anni di università, alla scuola di giornalismo, ai master, alla gavetta del giornale, alle mattine, ai pomeriggi, alle sere (e anche a qualche domenica) passate in ufficio a farci le ossa, a tutte le volte che ci abbiamo messo la faccia, oltre che il mestiere, la professionalità e tutta la passione che avevamo. E poi ho pensato anche ai soldi che i nostri genitori prima e poi noi stesse abbiamo investito per la nostra formazione. Denaro che, forse, per qualcuno pesa di meno se si coniuga al femminile.
Tralasciando di riflettere sul merito (e cioè: è l'ufficio stampa "il problema"?), penso a come sia bizzarra questa strategia: far sbrogliare la matassa da un uomo. Non da una persona precisa, con determinate caratteristiche, ma, semplicemente, da un uomo. Anche perché non riesco a ritrovare nella mia mente esempi di un governo che si sia rivelato determinante o strategico per la soluzione dei problemi in ragione del suo genere. E poi... se vogliamo restare sulla tradizione e sui luoghi comuni, sbrogliare le matasse è sempre stato compito delle donne.
1 commento:
una voce della città dice che ad un gallo spara-balle preferisconsi 1000 volte galline con le palle! :)
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