Mio padre e mio nonno hanno sempre avuto almeno un cane.
Erano gente di campagna, cacciatori, come molti un tempo. Da loro ho imparato ad amare questi animali. Papà non racconta mai di quel segugio o di quel bracco che aveva. Credo, tra l'altro, che nessuna delle nostre bestie fosse di razza pura. Parla di Bobi, di Diana, di Lea, di Black, di com'erano, di quello che facevano, di come ciascuno si comportava a caccia, di come si accucciavano, la sera, di fronte al camino. Nelle nostre campagne i cani stavano da cani. L'ho sentito dire tante volte, però dai racconti capisco che erano della famiglia.
Per questo ho sempre pensato che una casa senza cane è un po' vuota. Ma sono sempre stata frenata da chi mi diceva che io non ce la farei: troppi impegni, poca costanza. Io però penso il contrario. Ho una casa con un piccolo giardino e convivo felicemente con una gatta bellissima, ma un po' "spostata", che si chiama Flora. Inoltre Bill, il bastardino di papà, è spessissimo ospite da noi.
Non ho mai detto niente, però, perché doveva essere tutta la famiglia a volerlo. E mi sono decisa a mettermi alla ricerca solo quando me lo hanno chiesto i miei figli, di 12 e 8 anni. Da giorni studiamo per capire qual è la razza migliore e, comntemporaneamente, teniamo d'occhio i siti dei canili. Dovremmo anche visitarne qualcuno, ma non sempre gli orari sono compatibili. Molti siono aperti solo di mattina, quando i grandi sono al lavoro e i ragazzi vanno a scuola.
Poi c'è la possibilità di Spotty: la border collie di mia suocera, che nel giro di qualche mese potrebbe mettere al mondo dei cuccioli. Potrebbe essere bello: ci sarebbe l'attesa, la scelta del cucciolo, del nome, la convivenza con la mamma prima che il piccolo entri definitivamente a casa nostra. Così avrebbe tutte le chances per diventare veramente uno di famiglia.
Sarà dura esercitare la pazienza per tanti mesi, ma, ne sono sicura, farà bene a tutti. Così sarà chiaro che un animale non è un oggetto, che quando ne hai voglia te lo vai a comprare. E' un essere vivente, da desiderare, da attendere e, alla fine, da accogliere con gioia.
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