sabato 6 marzo 2010

LA FORMA DELLA CITTA'


Scenari urbani per una nuova stagione culturale
Ancona, sabato 6 marzo 2010

Ridotto del Teatro delle Muse - 9.30-17.30


estratto dalla relazione di Andrea Nobili, assessore alla Cultura del Comune di Ancona

Ancona può coltivare un'ambizione: puntare sulla cultura per reinventare sé stessa, in una dimensione internazionale, mediterranea e adriatica. Ciò, grazie alla sua vocazione e alla sua identità multiculturale e al suo ruolo di capoluogo, inserito in un solido sistema di rapporti istituzionali con la Regione, la Provincia e gli altri enti locali.
L'amministrazione comunale, puntando su cultura e innovazione, può cogliere, per Ancona, la sfida della contemporaneità.

Questo significa, in concreto, sviluppare e coltivare una serie di “dimensioni della città”:



Una città capace di raccontarsi

Ad Ancona il tessuto associativo culturale è particolarmente vivace e attivo ha saputo affermarsi nel corso del tempo, imponendosi anche in termini di professionalità, resistendo alle crescenti (e spesso insopportabili) difficoltà economiche. Questo ha portato ad avere una vivacità culturale non comune, un’offerta di qualità e intensità tale che, per esempio, fa di Ancona una città tra le prime in Italia per l'offerta di spettacoli dal vivo.

Va però potenziata la capacità di promozione delle iniziative. La capacità di comunicare e di raccontarsi assume una portata strategica, anche per lo sviluppo di una nuova dimensione turistica, che può trovare il suo rilancio anche grazie alla cultura.

Per questo l’Amministrazione sta mettendo a punto una serie di strumenti e di azioni:

  • un sito internet bilingue, che consenta un' interazione con gli utenti, tramite newsletters e podcasting e sia luogo di conoscenza, confronto e crescita culturale, anche tra artisti e operatori;
  • agende periodiche degli eventi culturali in formato digitale e cartaceo;
§ valorizzazione dell'associazionismo-creazione della Consulta della Cultura (organismo consultivo e operativo dell’assessorato). La valorizzazione del tessuto associativo passa anche attraverso un coordinamento e un coinvolgimento nelle scelte di politica culturale, per migliorare le stagioni culturali cittadine, evitare sovrapposizioni, creare sinergie, favorire l’uso comune dei servizi, potenziare e articolare la comunicazione. Ciò può portare, tra l’altro, a forme di elaborazione e progettazione consorziate, e, quindi, a una “forza” maggiore anche per il reperimento di finanziamenti pubblici e privati.



La cultura come impresa

Occorre superare la vecchia concezione “assistenzialista” del rapporto tra finanziamenti pubblici e attività culturali. La cultura è parte integrante di un sistema di welfare e quanto si investe in essa produce servizi e vantaggi sociali. Ma non solo: attingendo da un giacimento creativo per lo più sommerso, l’industria culturale, anche sul territorio, può spingere il rilancio dell’economia, sviluppando il proprio potenziale, soprattutto in termini di innovazione.

La sfida per l’amministrazione è di creare le condizioni affinché gli operatori del territorio possano crescere e acquisire consapevolezza delle opportunità e delle proprie possibilità. Avere quindi il coraggio di scegliere e di supportare adeguatamente i progetti culturali validi; mettere a disposizione risorse, strutture e servizi; creare occasioni di incontro tra aziende private e operatori; fare da sponda nell’attività di fund raising; aiutare l’elaborazione progettuale e la creazione di reti, compartecipando istituzionalmente anche al lavoro di ricerca di (ulteriori) finanziamenti e di partecipazione a bandi e gare. Tutto ciò nella consapevolezza che non si tratta di investimenti a fondo perduto.



Un fondo per la cultura

E’ possibile pensare a forme di incentivo affinché i soggetti privati siano maggiormente motivati nel sostenere le attività culturali, anche puntando su un loro coinvolgimento nelle scelte e nell’agevolazione nella fruizione di servizi.

Occorre puntare a un sistema innovativo di azionariato culturale tramite le Buone Azioni per la Cultura (B.A.C.), vere e proprie azioni investite nella cultura di cui cittadini, aziende, organizzazioni ed enti possono diventare “buoni azionisti”. La sottoscrizione delle Buone Azioni per la Cultura permette di divenire protagonista di un grande progetto culturale, beneficiando di molteplici vantaggi: usufruire di convenzioni presso istituzioni culturali pubbliche e soggetti privati, accedere a canali di informazione e di coinvolgimento diretto nelle attività culturali della città, ottenere forme di riconoscimento e di visibilità sul territorio.

L’adesione al Fondo è aperta ai soggetti privati, locali, nazionali e internazionali, interessati a diventare protagonisti attivi della vita culturale di Ancona. Cittadini, imprese, organizzazioni ed enti possono compiere un investimento concreto in cultura, ottenendo il beneficio diretto della partecipazione a esperienze culturali di crescente qualità.

Come sostenere il Fondo per la Cultura: con un contributo economico c/c, con donazioni di proprietà e beni immobili, con un lascito testamentario, con le Buone Azioni per la Cultura.

Investire nel Fondo permette di creare nuove sinergie tra cultura, società ed economia, di generare nuove partnership e collaborazioni, a livello locale, nazionale e internazionale, di incidere concretamente su una crescente coesione sociale e qualità della vita.

Si aggiunge al possibilità di devolvere l’8 per mille al fondo per la cultura.



La rivoluzione degli spazi urbani. Contenitori e contenuti

Esiste un luogo comune, secondo il quale ad Ancona mancherebbero spazi idonei ad ospitare attività culturali. Una prima parziale mappatura dei contenitori al momento inutilizzati dimostra il contrario. La questione riguarda la gestione degli spazi e la loro sostenibilità economica, la loro collocazione in un sistema integrato.

  • Ex Cobianchi (Piazza Roma): ristrutturazione quasi ultimata, prenderà il posto dell’attuale sala audiovisivi. Obiettivo: Cineteca comunale, gestione Mediateca delle Marche, in collaborazione con altri operatori del territorio. [2010/2011].
  • Atelier dell’Arco Amoroso (Piazza del Plebiscito): attualmente usato dalla Provincia senza una compiuta identità [2010]. Obiettivo: Spazio per l’arte contemporanea, in rete con la Cineteca comunale e gli spazi dell’arte contemporanea realizzati a seguito con l’ampliamento della Pinacoteca Comunale.
  • Pinacoteca Comunale: ampliamento da ultimare; va ripensata, anche con la gestione di uno spazio dedicato alla contemporaneità [2011].
  • Museo della Città: ampliamento da ultimare [2012]; la sua attività va resa più intensa e più integrata in un sistema complessivo, in particolare con la Biblioteca Comunale Benincasa.
  • Biblioteca Comunale Benincasa: va ripensata, nella prospettiva, non immediata, di un trasferimento. Nell’immediato vanno reso più fruibile l’accesso (da piazza del Plebiscito) e più funzionali e accoglienti gli spazi.
  • Chiesa del Gesù: la riapertura [entro la fine del 2010] costituisce una priorità assoluta e un valore in sé. La destinazione possibile riguarda le situazioni culturali estemporanee (incontri, letture e piccoli interventi musicali).
  • Area archeologica dell’Anfiteatro Romano: creazione di uno spazio teatrale all’aperto per gli spettacoli teatrali estivi e riapertura della Chiesa di San Gregorio Illuminatore (sconsacrata e di proprietà della Soprintendenza), idonea a ospitare esposizioni tematiche e interventi artistici [possibile uso fondi Cariverona 2010/2011]
  • Chiesa Sant’Agostino (via Cialdini): di grande interesse architettonico, di proprietà della Marina Militare, con ampio spazio interno fruibile per esposizioni, incontri e piccoli interventi teatrali. Possibilità immediata di una convenzione con la Marina per l’utilizzo dello spazio, interessante perché centrale.
  • Porta Pia: di proprietà della Guardia di Finanza; il possesso è dell’amministrazione comunale (tuttavia sussiste la possibilità della sua sdemanializzazione). Per la sua posizione è da considerare parte integrante del polo culturale legato alla Mole Vanvitelliana. Un suo utilizzo culturale darebbe valore alla zona di via XXIX Settembre e forse un senso alla possibile passeggiata sopra l’area portuale. Il progetto è quello di un centro direzionale delle attività culturali, con l’assegnazione di sedi alla principali associazioni culturali cittadine. Al piano terra potrebbe essere realizzato uno sportello informativo con particolare riferimento alle attività realizzate all’interno della Mole Vanvitelliana [possibile uso fondi Cariverona 2010].
  • Auditorium ex Polveriera-Cardeto: spazio “ritrovato”, il cui allestimento interno è quasi ultimato [2010/2011]. Realizzazione di uno spazio teatrale che il Teatro Stabile delle Marche potrebbe gestire anche come sede della sua scuola di teatro (la vicinanza con il polo universitario fa pensare anche a ulteriori suggestioni legate al un inedito rapporto tra il teatro, la didattica e l’Università).
  • Chiesa San Francesco ad Alto e chiostro: Attualmente di proprietà del demanio militare, potrebbe diventare comunale a seguito della sua possibile sdemanializzazione. In ogni caso un accordo con il Distretto Militare potrebbe consentirne l’uso per attività culturali con particolare riguardo al chiostro.
  • Mercato delle Erbe: gli interventi di riqualificazione potrebbero prevederne anche finalità culturali, con l’individuazione di spazi ad hoc (cfr modello Chelsea Market o Covent Garden). Ciò insieme a una valorizzazione dei prodotti enogastronomici del territorio di qualità.
  • Ex Astra – auditorium (via Zapata): di proprietà comunale, al momento in disuso, potrebbe essere sede ideale di un centro polifunzionale, anche al servizio dell’Istituto Musicale Pergolesi.
  • Ex Metropolitan: Potrebbe non essere esclusa la realizzazione di una piccola sala polifunzionale.


Il Museo Diffuso Urbano

Attraverso un'innovativa infrastruttura tecnologica, che sfrutta le potenzialità della rete, ed un articolato sistema informativo, il progetto del Museo Diffuso Urbano si presenta come un percorso contemporaneamente reale e virtuale, alla ricerca delle tante tracce storico-culturali della città.


La città dei teatri

Gli spazi teatrali presenti della città richiedono una gestione razionale, economicamente sostenibile ma al tempo stesso innovativa, per realizzare un sistema in equilibrio tra soggetti istituzionali, professionali e amatoriali.

Il principale teatro cittadino, il Teatro delle Muse, ha la fisionomia di un grande teatro europeo, attento ai temi della contemporaneità e alla pluralità di espressioni artistiche.

Lo Sperimentale è lo spazio per il teatro ragazzi, per le scuole, le associazioni e per tutti quegli eventi a servizio del centro. Per questo si pensa a una gestione diversa, economicamente più sostenibile, da parte del Teatro del Canguro-Teatro stabile per ragazzi.

Il Teatro alla Mole è lo spazio per le produzioni artistiche emergenti e indipendenti, per la scena culturale alternativa presente nel territorio.

Il Cine Teatro Italia può essere il teatro per la seconda Ancona. La sua capienza di circa cinquecento posti consente la realizzazione di eventi teatrali anche importanti. Il teatro Dorico e il teatro nell’area dell’ex Crass si prestano a un utilizzo da parte dei gruppi amatoriali e delle associazioni e potrebbero essere legati a progetti per l’integrazione culturale.

Il Panettone, nei nuovi quartieri di Ancona, utilizzato da compagnie amatoriali e da associazioni, potrebbe essere gestito dalle stesse in forma consortile, con una convenzione di lungo periodo che consentirebbe loro di progettare e di realizzare interventi strutturali.


Il nuovo brand culturale: Una Stagione alla Mole

La Mole Vanvitelliana gioca il ruolo più importante nel percorso di rilancio culturale della città: la sua collocazione, la sua bellezza e le sue dimensioni ne fanno un polo straordinario a livello internazionale, che può assegnare ad Ancona il ruolo di capitale culturale dell’Adriatico. E’ un vero e proprio cantiere delle arti (che si affianca a una dimensione museale ed espositiva) legato a temi della contemporaneità e dell’identità adriatica e mediterranea del nostro territorio. Nell’attesa che i lavori di ristrutturazione vengano completati, data la fruibilità del suggestivo cortile e di altri importanti spazi interni, potrebbero cominciare a trovare attuazione attività coordinate tra loro, all’interno di una programmazione unitaria (con particolare attenzione alla realizzazione di un cartellone estivo) che consentirebbe il lancio di un brand culturale “Una stagione alla Mole”.



La città delle “teche”: verso un sistema bibliotecario urbano

La biblioteca comunale Benincasa vive, da anni, una stagione assai difficile; il suo recupero concettuale e strutturale non può non essere una priorità per l’amministrazione. E’ necessaria, però, una riflessione sul ruolo che riveste una biblioteca moderna e soprattutto sull’articolazione di una struttura che voglia rivolgersi anche ai giovani, tenendo in particolare considerazione la possibilità di utilizzo delle moderne tecnologie.

Nel breve periodo sarà attuata una ristrutturazione che consentirà l’accesso permanente da Piazza del Plebiscito, con l’accoglienza degli utenti direttamente all’entrata. Il settore dedicato all’infanzia e ai ragazzi va ulteriormente rilanciato e messo in rete con le biblioteche scolastiche. L’obiettivo da perseguire è la realizzazione di un sistema bibliotecario urbano, articolato in una biblioteca civica centrale e nelle biblioteche di quartiere, in ogni Circoscrizione comunale. In prospettiva, tuttavia, si rende opportuna nel medio-lungo periodo, una nuova collocazione della biblioteca comunale, che a causa della conformazione verticalizzata di Palazzo Benincasa soffre allo stato di limiti evidenti. Scenario urbano ideale appare quello legato al recupero dell’edificio dell’ex convento San Francesco, in via Fanti, collocato a poca distanza da Palazzo Camerata, sede dell’assessorato alla cultura, e dall’ex istituto Buon Pastore, dove dovrebbe essere realizzato uno studentato.



Ancona città universitaria

Il rapporto con il mondo universitario assume una dimensione strategica, non solo sul piano della trasmissione dei saperi, ma anche su quello delle relazioni tra il tessuto socio-culturale cittadino e il numeroso multiforme mondo studentesco, che, per una complessa serie di ragioni, vive l’esperienza degli studi universitari in una posizione di distacco e separatezza (quando non addirittura di ostilità) dalla città.

Per questo è opportuna, nella prospettiva di un’intensificazione del sistema di relazioni, la concretizzazione di una University Card, che consenta agli studenti di integrarsi e vivere in modo più autentico l’esperienza, attraverso un’insieme di servizi convenzionati.



Il Guasco: l’anima della città

Il centro storico deve tornare ad assumere il ruolo centrale che gli spetta per la sua bellezza, la sua storia, le sue indubbie potenzialità. Deve diventare un luogo dove si respirano cultura e arte e anche un centro di attrazione economica e commerciale. I processi di decadimento vanno fermati, prima che avvenga la desertificazione definitiva, con un processo di rivitalizzazione che coinvolga, insieme con gli enti, tutti cittadini e gli operatori economici.
Riportare la gente in centro significa riattivare il volano dell’economia locale.

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