martedì 13 luglio 2010

LA MIA CITTA' E LA POLITICA

Su www.antelitteram.info

Di Amicus Plato

Da quando è cominciato il mandato di Gramillano, tra le forze politiche della maggioranza e sui media non si fa altro che parlare di assessorati, presidenza di aziende ecc. ecc.
Si cominciò con la sostituzione di Belligoni, Panzini, Gabrielli e non si è ancora terminato. L’IDV ha dapprima incrementato il suo gruppo consiliare con vari acquisti e poi ha posto l’esigenza di un rimpasto e di un riequilibrio delle forze. Dice che la motivazione sta nell’esigenza di un rafforzamento della Giunta, ma poi stringi stringi, pone un problema di posti. Sta qui il limite della sua iniziativa: è difficile non concordare sulla critica all’azione amministrativa, ma nè le questioni di programma – stagione lirica, consulenza sulle questioni europee, sostituzione di dirigenti – nè le soluzioni – sostituzione di due o tre assessori – sembrano all’altezza della diagnosi. E i modi sono spesso provocatori, al punto da suscitare la critica dello stesso Di Pietro.
Sulla situazione di difficoltà ha cercato di fare leva Eugenio Duca: con pesanti attacchi a Favia e appoggio ad alcune decisioni di Gramillano si è candidato più o meno apertamente a prendere il posto dell’IDV come alleato del PD. Il Sindaco e il PD si sono trovati nelle condizioni di riprendere il pallino dell’iniziativa, sfruttando i contrasti tra gli alleati, attuali e possibili, e sulle stesse divisioni all’interno dell’IDV, emerse nei congressi di questo partito e che hanno visto formarsi un polo di aggregazione anti-Favia intorno alla neo assessore regionale Serenella Moroder. Ma non sembrano in grado di farlo: si sono lasciati sfuggire Vola Ancona che è confluita nell’IDV; una possibile alleanza con l’UDC è sfumata quando il segretario nazionale Cesa è venuto ad Ancona a dire che l’alleanza con il PD in Regione è una caso straordinario e non un laboratorio. Nel vuoto di direzione politica della maggioranza e dell’amministrazione, ognuno si muove secondo i propri obiettivi: l’iniziativa di Duca è stata stoppata nel gruppo consiliare del PD, dove in particolare i seguaci di Simonetti, in non sorprendente sintonia con Favia, hanno bloccato sulla maggioranza attuale.
E così si è tornato a parlare solo di rimpasti: tre assessori all’IDV? O due, se Presidente del Consiglio rimane Filippini, come sostiene il PD? Un’azienda per Ciotti, che non si accontenta di Ancona entrate e preme su Favia per avere di più? Davvero la soluzione delle difficoltà sta nell’ingresso di Pesaresi e Tagliacozzo, con tutto il rispetto per le persone?
Queste schermaglie nascondono il fatto che nella maggioranza, sia nel PD che nell’IDV, si sta facendo sempre più strada l’opinione che comunque questa amministrazone non arriverà alla scadenza del mandato. Dopo un anno le giustificazioni basate sull’inesperienza o sul necessario rodaggio non reggono più. Ad oggi nessuna iniziativa di rilievo è arrivata alla soglia di una decisione definitiva o di una soluzione: il “colpo d’ala” provato da Pasquini sul Metropolitan è fallito in modo abbastanza miserevole; tutti i progetti della precedente amministrazione vengono rimessi in discussione senza però mostrare alcuna capacità di individuare e soprattutto portare avanti soluzioni alternative. E il dibattito sul futuro della città e il suo piano strategico langue annichilito dalle schermaglie sul rimpasto e dall’annuncio di varianti al PRG che non arrivano mai.
In questo contesto, il dibattito in corso assume un significato diverso: la proposta di un assessorato a Pesaresi avanzata da Favia appare non tanto finalizzata ad un rafforzamento della Giunta attraverso l’affiancamento al Sindaco di un uomo di esperienza, quanto la prefigurazione di una candidatura per il dopo-Gramillano. Pesaresi viene dai DS, non ha mai aderito al PD, è passato a Vola Ancona ed ora sta con l’IDV; si pone nel crocicchio delle forze che formano la maggioranza e gode del sostegno sia di chi, come Galeazzi, ha contrastato Gramillano, sia di chi (Favia, Simonetti) a suo tempo, insieme ad alcuni DS, ne promosse la candidatura e poi si è pentito della scelta.

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