Proprio ieri, incontrando Milo Manara e rileggendo El Gaucho, disegnato da lui e scritto da Hugo Pratt, mi è tornato alla mente un caso: Molly Malone.
Io l'ho conosciuta vent'anni fa a Dublino, sentendo cantare la sua storia da una mia amica irlandese, fisarmonicista in erba, e poi vedendola scoplita nella statua di Grafton Street.
La canzone la ripropongo qui in una versione preziosa, che scelgo perché mi dà l'occasione di mettere in questa pagina un'altra donna-mito irlandese.
La canzone la ripropongo qui in una versione preziosa, che scelgo perché mi dà l'occasione di mettere in questa pagina un'altra donna-mito irlandese.
Molly è una delle donne più significative della mitologia irlandese, tanto che il canto popolare che parla di lei è oggi l'inno ufficioso d'Irlanda. Una leggenda metropolitana racconta che era una prosperosa giovane dal seno generoso che alternava il mestiere di pescivendola di giorno a quello di prostituta di notte.
E' una donna mito, come lo sono, in modo diverso e più ancestrale, le banshee, spiriti femminili che di notte bussano alla porta delle abitazioni dove è presente un moribondo e si aggirano attorno a paludi e fiumi, nelle sorgenti o nelle colline d'Irlanda, con gli occhi sempre arrossati per via delle lacrime che versano sulle tombe di coloro che amavano.
Al di là di questa premessa, mi interessa evidenziare il carattere itinerante di questi personaggi, che troviamo, per esempio, in El Gaucho di Pratt e Manara, dove le stesse banshee sono citate e Molly è una una bella prostituta irlandese imbarcata con altre ragazze in una nave, al soldo delle truppe britanniche, intenzionate, all'inizio del 1800, a prendere possesso di Buenos Aires col sostegno dei massoni, per sostituirsi alla dominazione spagnola.
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