L’esposizione di circa 50 tavole originali centra lo sguardo sul rapporto di Manara con il cinema felliniano. Il percorso espositivo, curato da Napoli COMICON, è stato inaugurato il 14 luglio alla presenza dell'autore nella Mole Vanvitelliana di Ancona ed è visitabile fino al 15 agosto.
La mostra si sofferma, tra l'altro, su "Il viaggio di G. Mastorna detto Fernet", uno dei capolavori firmati da Manara e Fellini. Come "Viaggio a Tulum" del 1987, anche "Il viaggio di G. Mastorna detto Fernet" era in origine un soggetto cinematografico (per Vincenzo Mollica è "il film non realizzato più famoso del mondo").
La storia è comparsa per la prima volta nel 1992 sulla rivista "Il Grifo" e avrebbe dovuto svilupparsi fumettisticamente in tre puntate, ma si concluse, con successo e per scaramanzia, alla prima.
Come ha raccontato lo stesso Manara, infatti, a causa di un refuso al termine della prima puntata era stata apposta la parola "End" e da questo deriva la decisione di interrompere lì la pubblicazione. Decisone presa dallo stesso Fellini, personaggio notoriamente scaramantico, che, tra l'altro, odiava concludere i suoi lavori, anche cinematografici, con la parola fine (lui da piccolo era sempre triste quando alla fine di un film compariva quella scritta).
Manara racconta che la realizzazione del Mastorna fu una vicenda che si trascinò per tanto tempo e che Fellini visse con inquietudine, anche perché in questo periodo accaddero episodi che lui percepì come "strani", come la profezia del mago Rol, cui il maestro era profondamente legato, che predisse a Federico che Mastorna sarebbe stata la sua ultima opera, cosa che, poi, si avverò.
A questo punto mi sarebbe piaciuto trovare sul web una foto che rappresentasse l'unione tra i due, Manara e Fellini, ma in realtà ho trovato solo un fotomontaggio che non mi piace. Preferisco, dunque, trascrivere qui un aneddoto che Manara stesso mi ha raccontato nel corso di una intervista il 14 luglio alla Mole.
"Ci sono aneddoti brevi e aneddoti lunghi sulla nostra amicizia" ha detto Manara. E credo che il disegnatore, molto simpatico e disponibile alla parola e al racconto, avesse preferito soffermarsi su quelli più lunghi, ma i tempi televisivi e quelli istituzionali legati all'inizio dell'inaugurazione della mostra ci hanno consentito solo un breve flash, nel corso del quale Manara ha raccontato di come, in una occasione di lavoro, essendosi lui trovato su un set con il maestro, nella necessità di fermarsi per la notte e non avendo trovato un posto in cui dormire, sia stato invitato da Fellini a condividere la stanza con lui e sua moglie. "E così - racconta Manara con l'umiltà e l'entusiasmo di un fan - io ho passato la notte nella stessa stanza con Federico Fellini e Giulietta Masina".
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